Ancora più granitici: Monolith, “Overload” è il secondo singolo/videoclip dal debut album “Even More”

Monolith

Secondo brano estratto dall’esordio della stoner band modenese che annuncia la lavorazione di un nuovo capitolo discografico.

Genere: rock, hard rock, grunge, stoner, acid rock

Release date: 29.02.2016

Overloadhttps://www.youtube.com/watch?v=TtQiVS-knfk

È disponibile su YouTube Overload, secondo singolo e videoclip estratto da Even More, album di debutto dei Monolith pubblicato lo scorso aprile per l’etichetta emiliana Hazy Music.

Uno stoner/grunge arrabbiato, sporcato da reminiscenze psichedeliche ed echi di musica etnica, caratterizzato da grande attenzione per testi e compattezza del suono.

Brano e video raccontano una piccola situazione di vita, che vorremmo lasciare celata per renderla di più libera interpretazione, attraverso una metafora– dichiara la band modenese – “Il tutto è rappresentato dalla sfera argentata che il protagonista del video brama e insegue. C’è un piccolo richiamo musicale”.

Overload è stato girato in un’officina metalmeccanica che è anche il posto di lavoro del cantante Andrea Marzoli: “E’ stato divertente vedere trasformato in un set un ambiente del genere. Le riprese iniziali sono in live audio e si può sentire una citazione musicale a una leggendaria e iconografica band dei 70s.”

Sonorità granitiche quelle dei Monolith, sicuramente influenzate dal movimento grunge dei 90s negli Stati Uniti (SoundgardenAlice in Chains, Pearl Jam) e da gruppi più moderni come Queens Of The Stone Age e Wolfmother. Tra gli artisti di riferimento in ambito nazionale spiccano senz’altro i Marlene Kuntz mentre per quanto riguarda il british sound, la band si schiera decisamente dalla parte dei Beatles.

Novità interessanti all’orizzonte per la band emiliana: “Chiuderemo un anno di Even More in Aprile e sicuramente inizieremo la stesura di un nuovo disco”.

Suonerà ancora più monolitico? Non resta che aspettare..

Overload Video Credits

Regia: Marco Pattarozzi e Edoardo Giacomelli della Sick Pine Video https://www.facebook.com/sickpine

Bio Nati a Settembre 2013 da un’idea di Andrea Marzoli, chitarra e voce, e Massimiliano Codeluppi, chitarra, che con Riccardo Cocetti, ex batterista del gruppo indie “The Villains”, ed Enrico Busi compongono il quartetto ufficiale. A Marzo 2013 esce il loro primo EP di tre tracce Louder, registrato e mixato al Ghee Studio di Bologna. In seguito proseguiranno tutto il 2014 con un’intensa attività live. In estate vincono il Premio Augusto Daolio 2014. Il 22 Febbraio 2015 sono ospiti al Nomadincotro. Il 4 Aprile 2015 esce il primo Full Lenght ufficiale Even More presentato al Mattatoio Culture Club di Carpi. Registrato e mixato dal produttore e musicista bolognese Marco Bertoni (Motel Connection, Maccaroni Circus), con la collaborazione in fase di arrangiamento di Arcangelo Cavazzuti (Modena City Ramblers) masterizzato da Filippo Cimatti (Bones UK) e prodotto da Hazy Music di Davide Ravera. Proseguiranno il 2015 con un intensa attività live. Il 29 Febbraio 2016 è in uscita il video di Overload, singolo estratto dal primo disco Even More. Attualmente in fase di stesura di una nuova opera.

Contatti

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Misticismo e psichedelia: ecco i Virgo

La band vicentina

A cura di Elianna Dakota

“La ricerca è alla base dell’evoluzione umana”, e i Virgo percorrono la loro intensamente…

Si gusta già dalle prime note, dalle parole dei testi ricercate e pungenti, scoccate dal loro arco con melodie che colpiscono piacevolmente e intensamente.

Sapore vintage per questo gruppo tutt’altro che banale!

Ascoltando la ricerca dei suoni si è trasportati in luoghi mistici e psichedelici, talvolta magici: 

Ci si può cullare in dolci e amari sentimenti con il brano “Non ti sogno più”.

Ci si può elettrizzare l’animo con il ritmo rock di “Una storia vera”;

Ci si può emozionare davvero dentro “La stanza dei colori”;

Ci si può perdere nel fantastico oblio di pensieri, suoni ed emozioni del brano “Il tempo della memoria”, nella realtà che davvero viviamo Utopica e terribilmente corrotta, solo chi ci crede con pugno forte e piglio tenace trova e troverà spazio nell’inventare sempre e comunque qualcosa che scuote dentro!

La copertina di

Un mix ben preparato e miscelato al punto giusto in questi “giovani ragazzi un po maturi…

Lo strano accordo mette in fuga la realtà, ma il vostro, di accordo, metterà sicuramente d’accordo i più esigenti d’ascolto, o almeno tutti coloro che amano la musica di un certo calibro.

Hasta siempre Virgo... Buona vita a todos!

https://www.facebook.com/pages/VIRGO/120318194751830?ref=ts&id=120318194751830&sk=info

https://soundcloud.com/virgo-the-band

“Appunti d’amore” – Il debutto di Fabio Magi

Il musicista calabrese Fabio Magi

Il musicista calabrese Fabio Magi esordisce con l’ep “Appunti d’amore”, un progetto nel quale l’artista racconta delle tante sfumature dell’amore rappresentate come fossero annotazioni affrettate. Si parla, per esempio, delle varie fasi del corteggiamento: dall’inizio di una relazione al culmine della passione vissuta, ma c’è anche posto per il sentimento e la realizzazione di essere giunti al capolinea di una storia; il tutto esternato sempre con molta leggerezza e una buona dose di humour; magari fischiettando proprio come Magi stesso in Una nuova canzone d’amore. Pensieri, ricordi e considerazioni usciti per pochi attimi da un cassetto, giusto il tempo di confidarli a qualche amico, per poi tornare a nascondersi.

Prodotto, tra la Sardegna e gli U.S.A dalla Raighes Records di Roberto Diana (12th Independent Music Award Nominee, nonchè chitarrista, producer, polistrumentista internazionale con alle spalle importanti collaborazioni con nomi come Joey Huffman, Frank Gambale, Roberta Faccani, Steve Lukather, Dean Parks ,Tony Levin e molti altri..), Appunti d’amore” è attualmente “Disco Hit” per Studio 54 Network con i singoli: “Una nuova canzone d’amore”“Tutto per te”“Forse non sarò” e “Una piccola canzone” 

http://www.fabiomagi.com/

https://twitter.com/Fabio_Magi

https://www.facebook.com/pages/Fabio-Magi/450872171660277

Fabio Magi "Appunti d'amore"

Il primo singolo di Fabio Magi, “Tutto per te (radio edit)”, esce il 2 Marzo 2013 convincendo subito sia pubblico che critica.Tra i brani maggiormente scelti dalle radio più importanti del sud Italia, rimane in cima alla classifica su Studio 54 Network per oltre quattro settimane.

Il 29 Giugno 2013 è il giorno dell’uscita on-line di “Appunti d’amore” su tutti i digital store e la presentazione dal vivo all’anfiteatro Villa Comunale di Soverato: un evento che permette a Magi di far conoscere al pubblico il suo progetto musicale.

In continuo spostamento tra Modena, Milano e Catanzaro, Il 37enne musicista calabrese raggiunge e oltrepassa in pochissimo tempo le 8000 visualizzazioni sul proprio canale Youtube con il prossimo singolo “Una nuova canzone d’amore”

Ascolta “Appunti d’amore” di Fabio Magi in streaming su:

https://soundcloud.com/fabio-magi

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La Stanza della Nonna – La Stanza della Nonna Ep

I messinesi

A cura di Manuel Maniaci

Ogni tanto capita che qualcuno pianti il seme di quello che potrebbe diventare uno splendido albero o che, assai più probabilmente, potrebbe non crescere mai. Perché fare musica in questo nostro paese culturalmente sempre più piatto, in cui le cose di valore devono farsi strada con la forza, spingendosi avanti nei sotterranei del panorama musicale italico e cercando di trovare visibilità tra il caos mediatico delle mille voci, dei milioni di nomi e volti che affollano lo spazio virtuale in cui viviamo il nostro simulacro di realtà, è obiettivamente sempre più difficile. Lo è ancor di più se si è decisi ad avere la libertà di fare solo ciò che si vuole. Ma la libertà è di chi se la prende. La libertà è di chi la pretende. 

Ecco, l’Ep omonimo del La Stanza della Nonna, potrebbe essere proprio uno di quei semi. Anzi, è la piantina venuta fuori da un seme piantato poco più di un anno fa, quando questi otto ragazzi messinesi hanno iniziato a partorire musiche, testi, melodie e tutto ciò che dà vita a quello che davvero può definirsi musica. Ne vengono fuori quattro tracce che ci accolgono nella Stanza della Nonna, un luogo in cui la semplicità del classico si unisce alla freschezza e alla voglia di fare del nuovo, in cui si respira la genuinità delle cose fatte a mano, create in casa e il cui ingrediente base sono la sincerità e la spontaneità. La semplicità sta nell’immaginario urbano, che sa di puzza di pesce, di sole e di fango, di amori che non rispondono più al proprio richiamo, della sonnolenza del primo mattino, di vecchie fotografie, intriso del ricordo del Fernet che si beveva di nascosto insieme ai cugini quando si era bambini.

La spontaneità sta tutta nelle melodie e nella strumentale, dolce, sussurrata, che grida solo quando serve, variegata e mai inutilmente pretenziosa, fantasiosa nell’uso di cori e suoni poco ordinari. Si va così da L’Havana, brano ricco di suoni e immagini liriche, a Isabella, unico brano in dialetto presente nell’Ep; dai nostalgici ricordi de La stanza della nonna, a Svegliarsi presto la mattina, che potrebbe essere la colonna sonora di tutti i risvegli forzati. 

Un primo lavoro che fa ben sperare per il futuro, quattro tracce come quattro primi passi. Ascoltarle è come aprire una porta di casa che non si era mai aperta prima e accorgersi che, parafrasando un verso dell’ Ep, ne La Stanza della Nonna ci son cose bellissime. Con la speranza che la piantina cresca e riesca a dare molti più frutti e ancor più maturi.  

https://www.facebook.com/lastanzadellanonnamusic

https://soundcloud.com/la-stanza-della-nonna

Luca Bretta’s Band – “Principessa della porta accanto”

A cura di Nana Arima

Il nome del gruppo è quello del fondatore, Luca Bretta appunto. Bassista, classe ’91, il ragazzo vanta già successi sia con il suo primo gruppo, gli Hot Funky Style, che personali.

Con i primi auto-produce un album dal titolo “Beautiful Damage” in cui compone le canzoni e partecipa a diversi concorsi (ROCK TARGATO ITALIA ed ITALIA WAVE BAND) ed apre il concerto dei The Bastard Sons Of Dioniso (XFACTOR 2009); come solista partecipa alle selezioni per XFACTOR ed AMICI, purtroppo senza successo, così come a Sanremo. Partecipa anche a concorsi regionali come COMACCHIO CANTA e suona insieme a Michele Ascolese (chitarrista di De Andrè e collaboratore di Vanoni, Paoli e tanti altri) e Maurizio Meo (bassista e produttore di molti artisti, tra cui Byron dei Toto). Nel luglio 2013 partecipa alle semifinali del 56mo festival di Castrocaro ed inoltre viene selezionato per il Corona Salice Tour (sponsorizzato da Corona Italia, Deejay TV ed M2o) suonando nelle principali spiagge italiane.

Il gruppo vero e proprio nasce nell’estate 2012 dall’idea di Luca di proporre canzoni pop/rock in lingua italiana, a lui si aggiungono Silvia Zaniboni alla chitarra, Nicola Pedretti al basso e Filippo Dellamagnana alla batteria. Il gruppo vanta partecipazioni come l’apertura delle cerimonie per la Coppa del mondo di sci a Madonna di Campiglio (dicembre 2012), ma è l’uscita del primo singolo (12 agosto) a decretare “la svolta”, un brano composto dal cantante/produttore ed interamente autoprodotto dallo stesso (arrangiamento, registrazione e mastering). Il brano s’intitola “Principessa della porta accanto” ed è accompagnato dal video ufficiale su Youtube (che a tutt’oggi riscuote un grande successo, 12000 visualizzazioni in un mese), in più è scaricabile gratuitamente da Soundcloud (dove tra l’altro è possibile ascoltare le cover personalizzate da Luca). 

Il singolo è una rock ballad su un amore più o meno corrisposto, divertente e molto coinvolgente, così come il video… io stessa la canticchiavo dopo due secondi, cosa che sono sicura faranno tutti i partecipanti al loro tour invernale come quelli che li ascoltano dalle camerette… Auguriamo un grande in bocca al lupo in attesa dell’album!!!!!

https://www.facebook.com/pages/Luca-Bretta/261285197275521

https://soundcloud.com/luca-bretta-1

Male mISANDRIA – ” E.DIN ”

A cura di Massimo Minelli

Non è sicuramente facile valutare una band come i Male mISANDRIA. Presentatami come una band spacca timpani, la prima impressione che ho avuto ascoltando i brani che mi sono stati passati non è sicuramente di un gruppo di liscio alle feste di paese. Eppure i Male mISANDRIA presentano probabilmente il loro perchè nel genere brutal-metal-screamo-speedcore. Dalla definizione grossolana dei principali generi che ho individuato, si capisce che per una recensione qualitativa bisogna essere formati in quella direzione. Ma vediamo di poter dare un giudizio da ascoltatore ignorante nel genere.

Premessa fatta e secondo me dovuta, i brani che mi sono stati passati sono veramente tanti, ossia 25 in totale. Tutti questi brani, dalla durata massima di 2 minuti ciascuno, compongono l’ultimo full lenght dei Male mISANDRIA chiamato E.DIN.

Leggendo la biografia scopro che i Male mISANDRIA nascono nel 2007 come one man band di Dario (chitarra/voce). Dario registra in formazione unica un EP totalmente autoprodotto intitolato Übermensch,  che getterà le fondamenta concettuali e musicali di quello che sono oggi i Male mISANDRIA. Grazie a questa, seppur limitata, pubblicazione Magris (batteria) e Puja (basso) vengono a conoscenza del gruppo e spinti dall’empatia e dalla sincronia di pensiero con Dario entrano a far parte del gruppo. Nel 2008 i tre registrano Volizione, un EP autoprodotto con cui cominciano a sondare il territorio underground con le prime recensioni ed interviste, promossi anche dall’attitudine di naturalezza verso la propria musica: spontanea e non progettata. Continuando su questa linea nel 2010 pubblicano il primo full length: E.DIN, arrivando grazie ad esso a farsi conoscere sempre di più nell’ambiente. 

I pezzi sono tutti cantati in italiano, ma purtroppo risultano abbastanza incomprensibili, causa parole urlate in modo sguaiato e secondo i dettami screamo, brutal e grindcore. La comprensione di alcune frasi in italiano mi incuriosisce e mi obbliga a leggere i testi mentre i brani scorrono veloci nelle mie orecchie. Le tematiche sono il disagio sociale, ma anche brevi ed incisive affarmazioni e spiegazioni di stati mentali e condizioni d’animo, senza togliere guerrieri e battaglie come nella migliore tradizione metal. Quello che mi stupisce è che alle volte la rima viene cercata e utilizzata, capendo quindi che ciò che sento non è frutto del caso e dalla voglia di fare noise, ma segue dei precisi schemi di composizione istintivi ma pensati. Continuando nella lettura della biografia scopro che nel 2011 viene proposto loro di registrare uno split per la “Suffering Jesus Production” (CA) assieme a Malveillance, disco che uscirà l’anno seguente.

Attualmente i Male mISANDRIA stanno registrando quattro canzoni che comporranno un ulteriore album assieme ai Lamantide (Cremona) per Grindpromotion Records (Vicenza) e componendo le tracce per il prossimo full length. Invito quindi gli amanti del genere ad investire del tempo per scoprire questa band.

https://www.facebook.com/pages/Male-mISANDRIA/318056652549

http://www.reverbnation.com/malemisandria

http://malemisandria.bandcamp.com/

Speedliner: Flash è il disco di debutto

A cura di Giorgio Sappilo

Flash come una fotografia, un’istantanea. Se il disco di debutto del quartetto dalle rive del Garda fosse una fotografia sarebbe un’immagine di impatto che arriva subito agli occhi dell’osservatore ma che incuriosisce anche il passante distratto che passa oltre ma poi fa qualche passo indietro per guardarla. Così come la fotografia che lo rispecchia il disco cattura l’attenzione e si fa ascoltare dall’inizio alla fine. All’interno della fotografia curata nei minimi dettagli, alcuni particolari emergono con colori che si distinguono dall’ambrato simil-antico del totale.

Il singolo “Assente” è uno di questi, il pezzo emerge e lo si può quasi toccare. A dare una mano all’efficacia della canzone ci pensa il video sapientemente curato da Massimiliano Diliberto e Tommy Pian di PixelHouse. “Assente” è una fuga frenetica e liberatoria, senza una meta. E’ il bello di una corsa sotto la pioggia. I tratti che emergono dalla fotografia trasmettono una scossa che attiva un flashback. Altri pezzi molto efficaci rendono questo gioco tattile piuttosto coinvolgente. “La mia periferia” critica il sogno della metropoli e l’identificazione della provincia come nostra radice: “la mia periferia non sa cosa è la città”. “Precipitare” è il pezzo d’apertura e rappresenta la sintesi più azzeccata dell’intero stile degli Speedliner: molto coinvolgente, a tratti ballabile, ricco di parti elettroniche che si sposano con il charleston in levare e un ritornello melodico, il tutto senza rinunciare al rock della chitarra. E’ chiara un’ispirazione di tipo elettro-rock in stile Killers, Ark e Bravery delle origini. L’originalità sta nell’utilizzo della lingua italiana interpretata con una voce molto pulita e cantautorale.

In linea di massima i testi hanno una connotazione critica e piuttosto negativa della società, alternano sentimenti di rassegnazione a speranze disilluse. “Chilometri di spiagge” è una doccia adolescenziale che ravviva il disco mentre volge al termine. Una doccia alle 18.30 in Agosto. Ripiglia un sacco. Il synth diversifica il tutto da un risultato indubbiamente già sentito ma non per questo da disprezzare, anzi… La strada piace, la direzione anche, stiamo a vedere se col tempo gli Speedliner ci regaleranno qualcosa di nuovo. Intanto canticchio “Assente”.

Giorgio Sappilo ( http://www.linkedin.com/profile/view?id=231559680 )

https://www.facebook.com/SpeedlinerZak

http://www.reverbnation.com/speedliner

Riccardo Bonino & Low Side Band: finalmente il Folk Blues è anche italiano!

A cura di Claudio Papitto

 “che succede? Ti hanno ingannato ancora… Devi resistere!” 

Queste sono le schiette parole di “Tempi Duri”, una canzone di Riccardo Bonino e la sua Low Side Band, gruppo di folk rock blues tutto all’italiana e proprio perchè si tratta di blues italiano sono tutti da scoprire. Credo che oggi come oggi serva molto coraggio per intraprendere insieme a una band la strada del folk blues, dato che siamo circondati ormai da numerose popstar provenienti dai talent shows o da rappers e ballerini che stanno sempre attenti alla loro statuaria immagine da palco. 

Nella band di Riccardo invece non esiste immagine fittizia ma solo autentica musica creata con il cuore ed incanalata in uno dei migliori generi per esprimerla: il blues. La band è formata da Riccardo Bonino (voce, chitarra, armonica), Fabrizio Appetito (chitarra), Livio Fiorini (basso), Gianluca Frattari (voce, tastiere), Andrea Giacalone (batteria) , Vladimiro Forti (sax) e Francesca Di Silvio (backing vocalist). E’ una formazione numerosa e perfettamente adatta per fare di ogni show dal vivo un evento trascinante e completo, nello stile della “Street Band” americana o di una qualsiasi bluesband con i fiocchi.

Ma lo straordinario della Low Side Band non risiede negli eventi live da stadio bensì nel raccolto ambiente del teatro: infatti le loro serate di maggior successo sono quelle tra il gennaio e l’aprile del 2012 al Teatro Antigone di Roma, dove, con una band ancora non definitiva, riescono a riscuotere un grandissimo successo. E proprio sulla scia di questo exploit da teatro la band decide di non fare la solita scaletta di canzoni prevista per i classici concerti, ma di inventare una vera rappresentazione teatrale chiamata “Saguenay Black Flow”, con la regia di Federico Vigorito, messa in scena nel febbraio di quest’anno al Teatro della Visitazione di Roma.

Il “Saguenay Black Flow” è uno spettacolo oltre che musicale anche molto parlato (come si può vedere dai loro video live su youtube) e di fatto il coinvolgimento del pubblico è assoluto: le parole frammiste ai ruggiti blues di Riccardo Bonino danno la certezza di uno spettacolo unico a cui vale davvero la pena partecipare. Il loro successo è dovuto dal fatto che c’è stata un’unione di sette musicisti con esperienze artistiche diverse ma che hanno saputo fondere la loro cultura musicale individuale in un unico spirito di bluesband con la scelta coraggiosa di esibirsi in teatro e non in mezzo a platee confusionarie. Beh sì, certamente la loro musica è dedicata ad un’elite di ascoltatori maturi e non per ragazzini a caccia di miti pop.

http://www.riccardobonino.it/

https://www.facebook.com/RiccardoBoninoLowSideBand

Hollywood Noise – “More Than Your Mouth Can Swallow II”

Hollywood Noise

Era una giornata abbastanza merdosa, nulla di particolarmente drammatico, ma davvero noiosa e inconcludente. Dopo un’oretta di meritato riposo con le cuffie nelle orecchie e un buon libro in mano, mi sono prontamente messo al computer con l’intento di trovare delle buone tablature per Sturstruck dei Rainbow. Durante la ricerca mi sono imbattuto in qualcosa di stupefacente quanto scioccante, di tanto inaspettato quanto gradito; si sono palesate nelle mie stanche orecchie le calde, accoglienti e dure note degli Hollywood Noise. Questi ragazzi torinesi hanno fatto una cosa che a mio parere, sebbene la diffusione del genere tra le band underground dica il contrario, è molto difficile, per non dire quasi proibitiva: hanno preso l’Hard Rock e l’hanno fatto loro, gli hanno dato un proprio stile. Questo genere è certamente stato generatore di band che resteranno sempre nella storia della musica mondiale: AC/DC e Guns N’ Roses per citarne solo due, elencare tutte quelle degne di nota sarebbe alquanto prolisso (ci tengo solo a puntualizzare che la mancata citazione dei Led Zeppelin è dovuta al fatto che definirli solo Hard Rock, sarebbe alquanto riduttivo); genere che però nel corso degli anni è stato spremuto molto intensamente ed ha progressivamente perso l’antica egemonia, fino ad arrivare a oggi, dove abbiamo davvero pochi nuovi gruppi di livello rispetto agli anni ’70 (per non dire che non ne abbiamo).  Proprio in questo si rivela l’abilità Noise: nell’aver affrontato un genere tanto bello, ma che ti pone sempre e comunque a confronto con band enormi, e aver retto la botta alla perfezione, senza nemmeno perdere l’equilibrio. Partirei dicendo che il loro sound non ha nulla di nuovo, come avevo già detto, l’Hard Rock ha partorito quasi tutto ciò che poteva. L’asso nella manica che rende grandi i nostri amici da Torino è stato l’essere riusciti a creare qualcosa di mai visto con quello che già c’era. Per usare una metafora: gli Hollywood Noise sono un “Frankenstein” della musica Hard, ma non un mostro privo di senno, un’entità precisa, delineata e, soprattutto, bella. Molto anche, a mio parere.  Il loro stile è quello dell’Hard Rock più classico: ritmiche di chitarra che ricordano quelle di AC/DC, parti soliste che passano da accompagnamenti alla Aerosmith ad assoli alla Slash/Angus Young. La base ritmica prende spunto, a parer mio, da quella dei Def Leppard; il che porta un’impronta Glam/Hair al loro sound, che fa un leggero occhiolino ai Kiss del periodo da me più amato. Le chitarre a mio parere sono studiate in maniera veramente efficace, s’incarnano perfettamente nel genere senza sparire nella massa, com’è facile che accada. Dai video anche l’equipaggiamento è quello classico: Gibson Les Paul (di cui fa uso anche il sottoscritto) e Marshall (che c’è di meglio?) e loro lo sfruttano come dovrebbe essere sfruttato, cioè con melodie meravigliosamente calde e studiate, sfruttandone la qualità, e facendo un rumore d’altri tempi, sfruttandone la quantità. Altro particolare che non mi ha lasciato per nulla indifferente è la voce: l’apporto del vocalist è grandioso, personalmente mi ricorda per certi versi Steven Tyler e per altri Bon Scott. Il che non mi sembra un’investitura secondaria visto che si sta parlando delle voci di due delle più grandi Rock Band di sempre e, come se non bastasse, questi due signori risultano rispettivamente terzo e quinto nella classifica dei migliori vocalist Rock stilata dalla rivista Hit Parade nel 2006. Quindi, Matthew, hai il diritto di sentirti lusingato. More Than Your Mouth Can Swallow II” è il figlio del quasi omonimo EP (privo solamente del numero) con cui gli Hollywood sono debuttati. È un album di pregevolissima fattura, molto piacevole all’ascolto, pieno di elettricità e potenza, ma allo stesso tempo di grazia e dolcezza. I pezzi sono tutti riusciti, ma alcuni spiccano tra gli altri che si mantengono tutti allo stesso (alto) livello; la mia preferita è Shame On You, quell’intro di armonica a bocca e chitarra che tanto ricorda Crazy degli Aerosmith mi ha fatto veramente impazzire, ma anche Rip It Off ha suscitato in me sensazioni che tanto ricordano le corde mosse nel mio cuore da un certo gruppo di australiani la cui fama non si può considerare limitata. Questi due brani, tra venti album, appariranno certamente in un corposo Greatest Hits che sarà venduto in ogni negozio di CD (se ancora ne esisteranno) come simbolo dell’immortalità della musica Rock. Ragazzi, avete resuscitato in me l’Hard Rock! E avete guadagnato un fan. Quindi, se passate nel milanese, fatemi un fischio e accorrerò volentieri.                                                                  By Andrea Galuzzi


https://www.facebook.com/pages/Hollywood-Noise/56521407771

Tutte le bands che volessero veder pubblicate le loro recensioni sul nostro blog possono scriverci ed inviare il materiale (audio,video,foto,bio,links vari) all’indirizzo antipop.project@gmail.com ed essere così inseriti su Studenti in Erba!!

Preti Pedofili: universo sonoro perfettamente compiuto e di fascino assoluto

 studenti in erba

Preti Pedofili – Foggia

Ogni settimana “Studeni in erba” cercherà di portarvi quanto di più insolito, burbero, fascinoso e intrigante  c’è nell’ infinita costellazione underground italiana. Musica, poesia, arte che sia.

by Giuseppe Iacobaci

Lo ammetto, mi sono accostato ai Preti Pedofili con un briciolo di ironico distacco. Mi aspettavo i classici ragazzini ‘contro’ desiderosi di far colpo con qualche slogan e un po’ di quel sarcasmo facilone e vagamente cerebroleso che va tanto di moda sui social network.

È stato bello scoprire di avere così vergognosamente torto. Quello che mi sono trovato davanti è un universo sonoro perfettamente compiuto e di fascino assoluto, privo di quell’ironia postmoderna che odio in tanta fuffa che circola. ‘Faust’ è un album (non un ep) fatto di atmosfere fosche e chitarre taglienti, testi cupissimi e poetici -nel senso più semplice e meno pretenzioso del te. Magari non saranno d’accordo con queste etichettine, i giovanissimi foggiani, ma ho trovato la lezione della migliore new wave nascosta fra questi solchi, senza peraltro le pose inutili da Bohémien Cum Mastercard di certi fighettini in minore (e cerone) resuscitati dagli anni ottanta e virati seppia alla buona occasione. E poi, grazie a dio, del salvifico graditissimo punk (la sporcizia generale dell’approccio), del noise (per certi impasti chitarristici) e persino il migliore metal  tecnicismi, sempre dominantissimi e funzionali al progetto, frutto di sapienza e mai di mero esibizionismo; ma quanti anni hanno questi vecchi saggi?): influssi tutti perfettamente attualizzati, su ritmiche spietate, a venare l’intero album di una claustrofobica rabbiosa disperazione priva di vie d’uscita. Come un satanismo pagano, privo di contro rituali, senza appigli, numerologie o (contro) misticismi. Più ira esistenziale che cieca bestemmia contro chissà quale divinità non pervenuta. Una formula nera e “malvagia” quindi, ma gestita con raro pragmatismo meccanicistico per raccontare le miserie della condizione umana. E c’è quindi, soprattutto, vero pathos, fatto di parole concrete ed evocative, vera e vissuta scrittura, a distinguere queste canzoni dalle trappole della banalità, degli incasellamenti e dei generi di riferimento; a parte qualche eccesso nella seconda parte dell’album, il lessico dei testi è gradevolmente misurato e concreto, ben dosato, e la scrittura in genere non suona mai forzata, sempre perfettamente in linea con le intenzioni del brano, cosa quanto mai rara. Il tutto è ben confezionato in un concept faustiano che tiene alta la tensione fra un brano e l’altro e quadra il cerchio, restituendo alla sigla della band l’onore di un significato ben più profondo di quello mal percepito inizialmente: il racconto dell’innocenza violata dal potere. I trenta minuti, a dispetto di quanto detto, scorrono lisci e gradevolissimi, vari e dinamici, senza annoiare un solo istante. Un album da lodare soprattutto per la capacità e il coraggio di veicolare significati nel contesto musicale beota e puttanesco del qui e dell’ora. Personalmente ritengo che sia l’unica strada percorribile, perché non ha senso creare inutilità; ma pare che siamo rimasti in pochissimi a pensarla così. E allora, facciamo un inchino grato a questa giovane band foggiana dalle grandi speranze. Preti Pedofili

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